Ecco il testo tratto da Unione Notizie del 26 Giugno 2013 dove si approfondisce il tema del progetto di Insieme “Verso le Polizze Etiche”.
Originale progetto della cooperativa di utenti assicurativi

Con Insieme verso le polizze etiche

Una parte del denaro incassato sarà destinata a interventi di utilità sociale

Operare su tutta la filiera assicurativa (polizza, cliente, intermediario, compagnia) per creare un percorso virtuoso che, una volta coperti i premi e costi di gestione, permetta di destinare una parte del denaro incassato dalle polizze a interventi di microassicurazione o microcredito. È l’obiettivo del progetto ideato da Insieme, la cooperativa di utenti assicurativi costituita nel 2010 da Confcooperative Modena e tra le prime nel suo genere in Italia. Insieme aggrega la domanda per far avere ai soci (attualmente un migliaio) tariffe e condizioni contrattuali più vantaggiose rispetto a quelle che il singolo utente potrebbe ottenere. «La nostra cooperativa vende polizze per coprire rischi che hanno ricadute sociali, è gestita in modo condiviso, redistribuisce le risorse, pubblica i ricavi ottenuti da ogni vendita di polizza e rifiuta ogni imposizione di budget dalle compagnie assicuratrici – afferma Antonio Fierro, responsabile di Insieme – Ora vogliamo spingerci oltre, risalendo la filiera per contagiarla con l’idea di etica, impegnandoci a lavorare senza intermediari e solo attraverso convenzioni con gruppi di utenti. Vogliamo far circolare il denaro delle polizze dei soci esclusivamente in circuiti di banche senza azionisti di controllo (banche di credito cooperativo e casse rurali), rapportandoci con compagnie assicuratrici che non siano società di capitali, ma mutue, e restituire alla collettività una parte dei premi versati dai soci». Con chi vuole realizzare il suo progetto Insieme e come funziona? La cooperativa versa il danaro incassato dall’iniziativa sul conto corrente di una banca di credito cooperativo affiliata; il conto di corrispondenza della compagnia assicuratrice è presso una cassa rurale. La compagnia assicuratrice è Itas Mutua; nata a Trento 192 anni fa, è una delle due assicurazioni italiane a non aver trasformato la propria ragione sociale in S.p.a. e a non avere, quindi, azionisti di controllo.

Nelle mutue, come nelle cooperative, il voto spetta “per testa” e non per il capitale versato o per le polizze possedute. «Il nostro progetto va in senso opposto a quanto si è verificato negli ultimi cento anni nel mondo delle assicurazioni, dove – spiega Fierro – si è passati dal concetto di mutualità (aiuto reciproco) a quello di remunerazione del capitale, tipici delle spa. Vogliamo adoperarci per riattivare il modello primitivo di assicurazione favorendo gli attori che ancora rimangono legati alla logica del mutuo aiuto». L’indotto generato dalle polizze viene gestito per pagare i premi e coprire i costi di gestione; un ente terzo certifica e rendiconta i flussi finanziari. A fine anno una percentuale variabile dell’intero volume generato dalle polizze viene ristornato da Itas Mutua su un “fondo salvadanaio” gestito congiuntamente da cooperative, associazioni, gruppi di acquisto solidale ecc. Sono tutti soci di Insieme, che però è estranea alla gestione del fondo: spetta ai soci decidere come utilizzare le risorse del salvadanaio. «Possono essere spese per interventi di microcredito, favorire la nascita di imprese in territori deboli, donare micropolizze che forniscano servizi essenziali a persone bisognose. L’importante – conclude Fierro – è che il denaro sia usato per una finalità sociale».

Tratto da Unione Notizie 26 Giugno 2012

Art di Silvio Cortesi